Ci arrivo in un tardo pomeriggio agostano. Negozi chiusi per le ferie e altri con scritte “vendesi o affittasi”. E ‘questa la cosa che ti colpisce in tutti i piccoli borghi. E dal numero di questi cartelli capisci se quel borgo è in crisi o no.
Mi ricordo pochi anni fa di essere passato da Todi, che un tempo era definita la cittadina dove si vive meglio e di essere rimasto scioccato dal numero di questi fondi sfitti. Sembrava fosse passata una tempesta e avesse spazzato tutto il settore del piccolo commercio.
C’ero stato la prima volta negli anni 90, per realizzare una puntata di una trasmissione televisiva per il circuito nazionale Cinque Stelle.
In collaborazione con la rivista Topolino portavamo due bambini a settimana a vivere una avventura diversa nella natura. Quella volta decollammo in mongolfiera da una piazza di Todi e volammo per un’oretta sopra i campi dorati; vedevamo le persone sotto che cenavano in giardino con gli occhi alzati verso di noi.
Volare in mongolfiera è una sensazione unica; nessun rumore se non la fiamma che ogni tanto viene accesa per riprendere quota. Ti sembra di essere sospeso in aria. Voli ad un’altezza tale che puoi
vedere le persone, salutarle con la mano, provare magari a sentire le loro voci.

Atterrammo all’imbrunire “arando” per un centinaio di metri un campo di grano.
Il contadino arrivò in macchina e non era arrabbiato, come pensavamo, ma piuttosto stupito da questo pallone grandissimo che si era posato sul suo campo e questa banda variopinta di adulti e bambini che era sbucata dal cestello.
Allora Todi mi era sembrato veramente il posto più bello dove vivere. Era un borgo vitale e pieno di energia. Tornandoci qualche anno fa sono rimasto scioccato: i negozi delle strade vicino al centro chiusi. Un fondo dopo l’altro sfitto con scritte “vendesi/affittasi.
Purtroppo oggi questa situazione è consueta in tutti i borghi. Spesso gli alimentari, i negozi di abbigliamento, le mercerie e spesso anche i bar non ce la fanno più, non hanno un giro abbastanza grosso per continuare ad essere sostenibili. Quindi arriva la chiusura e il fondo difficilmente sarà occupato da altri.
Bagnacavallo non è uno dei peggiori da questo punto di vista ma questa riflessione mi viene sempre da fare ogni volta che visito un borgo e inizio a trovare tanti fondi sfitti.
Questi fondi sfitti più le case a buon mercato non potrebbero essere una risorsa per attrarre talenti e artisti da tutto il mondo per far fiorire botteghe artigiane e ripopolare i borghi? Chiaramente ogni borgo dovrebbe capire, in base alle peculiarità del territorio, quali talenti o artigiani attrarre.
Sono convinto che vivere in Italia continui ad essere un sogno per molti e sono convinto che questa potrebbe essere una strada molto interessante da percorrere per ripopolare i borghi. Anche molti artisti che stanno nelle città penso potrebbero essere interessati. E potrebbe poi essere uno stimolo anche per i giovani del luogo a rimanere sul territorio.
Ecco alcune immagine della mia visita a Bagnacavallo.







